Intesa fra Liguria, Piemonte e Lombardia con il ministro Delrio “Intervenire subito sulla logistica senza aspettare il terzo valico”.
Chissà se questa volta sarà proprio il mare e fare da traino alla “macroregione logistica del Nord Ovest”. Tramontata la leadership delle imprese industriali, oggi sono i servizi, alle persone e alle merci, a comandare. E proprio questo può rappresentare il punto di forza della Liguria all’interno di una macroregione in cui due territori decisamente più popolati ed economicamente più robusti, Lombardia e Piemonte, devono affidarsi al mare per poter crescere, dedicandosi alla cura del ferro e dell’acqua. Soltanto servizi efficienti, oggi, possono fare la differenza. Chi saprà più degli altri gestire al meglio il cammino delle merci, in una parola la logistica, riuscirà a vincere la sfida. Per farlo, però, è impensabile affidarsi ancora alla gomma, perché il trasporto su strada è già congestionato oltremisura. Bisogna puntare invece sul mare e sulla rotaia e quindi, sui porti liguri (Genova, Savona, La Spezia, anche se quest’ultima è su un’altra direttrice di traffico) e sui treni che possono portare verso Nord i container. Alla Liguria, insomma, non ci sono alternative, sia per il mare che per i treni, considerando che proprio Genova è il punto di partenza del corridoio europeo che conduce fino a Rotterdam. Con queste premesse, il protocollo firmato ieri a Novara alla presenza del ministro dei Trasporti Graziano Delrio dai governatori di Lombardia, Piemonte e Liguria Maroni, Chiamparino e Toti, comincia ad avere un certo spessore e induce a un seppur cauto ottimismo sul fatto che l’operazione possa proseguire nel concreto, evitando di fermarsi al solito annuncio con conseguente parata politica. «Io credo che questa area del Paese abbia una responsabilità in più, perché sono alcune centinaia di anni che traina la nostra economia e ne è la locomotiva — spiega nel suo intervento agli Stati Generali della Logistica del Nord Ovest il governatore della Liguria Giovanni Toti — Lo è dal punto vista politico da alcune centinaia di anni e dal punto vista economico. Se non è quest’area a trainare lo sviluppo del Paese è più difficile che questo Paese riparta. Oggi rispondiamo a domande semplici che, con i presidenti di Lombardia e Piemonte, ci siamo posti per la prima volta all’Expo di Milano: come si muovono le merci e le persone in questa area in cui l’Italia produce di più, in cui consuma di più e in cui in qualche modo si coordina lo sforzo nazionale per aggredire i mercati più competitivi a livello europeo? Questa è la domanda a cui rispondiamo e dobbiamo rispondere in tempi molto brevi». La ripresa della merci, in effetti, potrebbe avere un effetto boomerang, per i territori, soprattutto quello ligure. Con i nuovi riempimenti dei terminal di Sampierdarena e il potenziamento del Vte di Pra’ il porto di Genova può arrivare fino a 5-6 milioni di container nel giro di pochi anni. Ma senza un potenziamento dei treni, riversando quindi il traffico aggiuntivo sulla strada, la regione rischia di collassare. Il terzo valico, nella migliore delle ipotesi, non arriverà prima del 2021 e quindi è necessario intervenire quanto prima sulla rete esistente.Come? «Col contratto di programma 2015 e l’aggiornamento 2016 arriveremo a mettere 17 miliardi per quella che ho chiamato la cura del ferro per l’Italia – spiega il ministro dei Trasporti Delrio — C’è dentro l’alta velocità ma anche rafforzamento dei corridoi merci. Questi investimenti che oggi le regioni chiedono sono previsti nel nuovo aggiornamento. Il governo è orientato a fare della logistica un punto chiave per lo sviluppo del Paese. Le merci dovranno andare sempre più su ferro. L’Italia è il pontile dell’Europa e finora non è stata sfruttata questa opportunità».
Fonte: la Repubblica