La logistica si deve preparare a un grande cambiamento, in senso digitale, che nell’arco 5-10 anni toccherà in modo incisivo la movimentazione delle merci, portandola a una contrazione pari a 100 miliardi di euro. A metterlo in evidenza è Confetra, associazione che raggruppa gli operatori del settore logistico e dei trasporti e che oggi, nel corso dell’assemblea annuale, celebra il settantenario della nascita. La relazione del presidente della confederazione, Nereo Marcucci, apre alle iniziative varate dal Governo per la logistica. In particolare si apprezza, sottolinea lo stesso Marcucci, «la riforma della governance portuale e della normativa sui dragaggi, il piano ferrovie, la riorganizzazione e unificazione dei controlli e lo sportello unico amministrativo, gli incentivi come marebonus e ferrobonus, la possibile conferma di esenzione dall’Imu delle aree portuali, l’attenta gestione del nuovo codice doganale comunitario e dell’obbligo di pesatura dei contenitori».
Tuttavia Confetra vuole spingere anche le imprese «ad avere una maggiore consapevolezza – afferma Marcucci – circa le conseguenze della rivoluzione digitale» in atto, con il sempre maggiore utilizzo delle stampanti 3D e di Internet delle cose (Iot); in virtù del quale gli oggetti diventano tracciabili, comunicano il proprio stato di conservazione, si autoregolano. Confetra mette in campo una ricerca del Rise (Research & innovation for smart enterprises) dell’università di Brescia e uno studio di Giulio Sapelli università di Milano. «Nei prossimi 5-10 anni – dice Marcucci, illustrando i contenuti di questi interventi – lo scenario per gli operatori logistici che operano attraverso nave, porto aereo, treno o gomma, risulterà significativamente modificato. Da qui al 2025, stampa 3D e Iot porteranno a una riduzione della merce movimentata per circa 100 miliardi di euro, 40-60 dei quali già nel 2020, sui circa 4mila miliardi di valore della produzione movimentata in Italia nel 2014. Per un sistema che cresce in modo rachitico, una simile riduzione merita attenzione. La mass customization ne è la causa: il vantaggio competitivo acquisito attraverso la realizzazione di beni e prodotti personalizzati on demand, riducendo stoccaggi e costi di trasporto, con le merci che viaggiano su file per essere riprodotte».
Ed è ipotizzabile, conclude Marcucci, che in questo scenario, «la funzione del logistico evolva in quella di un maker: non più magazzini di stoccaggio, ma “fabbriche leggere” dove la merce, attraverso il digital manufacturing, viene prodotta su misura per il cliente e in prossimità del luogo di consumo». Le aziende di logistica, con investimenti in ricerca e innovazione, devono quindi «ripensare e rimodellare le attività per trasformare in opportunità di crescita quello che altrimenti potrebbe provocare declino ed emarginazione».